DAL DIZIONARIO DEI TERMINI DIALETTALI SALENTINI
Erva/fiùru
te Santa Maria : Elicriso. Gr.
ήλιος
(elios) sole
e χρυσός
(criùsos)
oro.
Erva/fiùru
te San Giuvanni: Elicriso.
Gr. ήλιος
(èlios)
sole
e χρυσός
(criùsos)
oro.
“Fiùru
te Santa Maria, è dovuto al fatto che i suoi spendenti corimbi, come
l’oro, non soggetti ad imputridire, erano particolarmente adatti
alla confezione di ghirlande per onorare la madonna ed, inoltre,
perché, come leggiamo nella
storia della medicina, già dai tempi di Plinio e Dioscoride, sino
quasi al XVIII secolo, era utilizzato dalle donne per regolare
il flusso mestruale.
Fiuru/erva
te
Sangiuvanni
deriva
dal fatto che veniva bruciata in falò agli usci delle case in onore
della festa di San Giovanni” (itwikipedia.org).
Altri
nomi: canapicchia, zolfino, semprevivo, scupa te Santa Maria,
catecasu.
Mortìddhru,
derivato da mortu,
mortuus, perché la
pianta si conserva inalterata anche dopo l’essiccamento ed anche
perché, sin dai tempi più remoti, veniva usata per ornare le tombe
e per confezionare corone funebri.
Il
nome “scupa te Santa Maria” si ricollega invece al fatto che
l’elicriso era adoperato per confezionare scope atte ad allontanare
insetti, tignole e blatte dalle case.
Un
tempo veniva bruciato negli interni per purificare l'aria. La pianta
veniva utilizzata dai Romani per adornare le statue degli dei ed era
legato al culto del Sole e al simbolo di eternità.
Habitat
e diffusione: È
pianta tipica dell’area
mediterranea
dell’Europa meridionale. In Italia è presente ovunque, seppure sia
assai più diffusa al Centro-sud.Vegeta negli incolti e in luoghi
aridi esabbiosi, dal piano fino all’alta collina,prediligendo le
aree marittime, e di queste legarighe, rocce e le pietraie, formando
macchie
colorate.
“Il nome Helichrysum fu introdotto agli inizi del’700, in riferimento all’aspetto raggiato dei capolini di questa pianta e al loro colore dorato. Il nome infatti deriva dal greco “helios” che significa “sole” e “chrysos” che significa “oro”, e si riferisce appunto alla forma e al giallo dorato molto luminoso dei suoi fiori e al fatto che la pianta vegeta in luoghi molto assolati e caldi. L’Elicrisio, ha da sempre suscitato venerazione, essendo legato al culto del sole.Veniva considerato simbolo di eternità , in quanto il colore giallo-oro dei fiori si conserva con il tempo, dando illusione che non si secchino. Per questa ragione erano (e sono tutt’ora) molto utilizzati per le decorazioni. I sacerdoti greci e romani usavano incoronare le statue degli dei con questi fiori che “non si putrefanno mai” (biosphera.io/erbe).
“Il nome Helichrysum fu introdotto agli inizi del’700, in riferimento all’aspetto raggiato dei capolini di questa pianta e al loro colore dorato. Il nome infatti deriva dal greco “helios” che significa “sole” e “chrysos” che significa “oro”, e si riferisce appunto alla forma e al giallo dorato molto luminoso dei suoi fiori e al fatto che la pianta vegeta in luoghi molto assolati e caldi. L’Elicrisio, ha da sempre suscitato venerazione, essendo legato al culto del sole.Veniva considerato simbolo di eternità , in quanto il colore giallo-oro dei fiori si conserva con il tempo, dando illusione che non si secchino. Per questa ragione erano (e sono tutt’ora) molto utilizzati per le decorazioni. I sacerdoti greci e romani usavano incoronare le statue degli dei con questi fiori che “non si putrefanno mai” (biosphera.io/erbe).
“Un
antico proverbio dice: “Di fortuna resti intriso, chi si adorna di
elicriso”. Un portafortuna, dunque, utile anche per propiziare
incontri d’amore. Un mazzetto d’elicriso, lasciato essiccare
tutto l’anno e poi fatto bruciare la notte di S.Giovanni, avrebbe
permesso di conquistare la persona amata. Questa pianta è molto
legata ai “rituali del fuoco” delle feste di San Giovanni. In
alcune località della Sardegna ci si lavava le mani, al mattino
della festa di San Giovanni, con l’acqua che, dalla sera prima,
veniva preparata immergendovi mazzetti di questa pianta in numero
dispari. In Gallura, durante la festa di San Giovanni, veniva
utilizzato l’elicriso per alimentare i fuochi che venivano saltati
dai ragazzi in coppia, maschio e femmina, tenendosi per mano, e così
diventavano “cumpari e cumari de miccalori (nel Salento cumpare e
cummare te maccatùru)“, (compare e comare di
fazzoletto)”(blogspot.com).
“L’elicriso
è un prezioso alleato per la cute
sensibile:
viene utilizzato per rimarginare ferite e cicatrici, ma anche per
contrastare la couperose.
Viene utilizzata in numerose preparazioni per alleviare psoriasi,
dermatiti ed eczemi.
Facilita
la guarigione di ustioni
ed eritemi
solari, aiuta la guarigione dei geloni. L’aromaterapia posiziona
l’olio
essenziale di Elicriso tra i rimedi più efficaci per risolvere i
problemi legati ad infiammazioni,
dermatiti ed allergie.
DA ELICRISO.IT
Gli
studi clinici odierni hanno dimostrato l’efficacia dell’elicriso
nelle affezioni dell’apparato respiratorio, grazie alla presenza di
olii essenziali, flavonoidi e triterpeni, oltre ad altri principi
attivi, che con la loro azione sinergica, conferiscono alla pianta
proprietà
antistaminica, antinfiammatoria, espettorante e antibatterica.Infatti
l’elicriso favorisce l’eliminazione del catarro bronchiale,
attenua gli spasmi eccessivi dell’asma e le infiammazioni di
origine allergica della mucosa nasale”(lerboristeria.com).