sabato 13 febbraio 2016
mercoledì 10 febbraio 2016
CAREMMA. Dal "Dizionario etimologico dei termini dialettali salentini con profili di storia e cultura popolare"
Dal
“Dizionario etimologico dei termini dialettali salentini con
profili si storia e cultura popolare” II Edizione
Carèmma:
quaresima.
Latino
ecclesiastico
quadragesima. Il
termine quaresima deriva dall'aggettivo
latino
quadragesimus, quarantesimo (quarantesimo giorno prima della
Pasqua).
Il
termine dialettale 'caremma' deriva dal Francese
carème, il
quale a sua volta prende la derivazione dal latino quadragesimus.
Pupazzo
di donna vecchia esposto sul tetto nel periodo di fine carnevale con
l’inizio della quaresima che
coincide con la giornata delle 'ceneri'.
–– “a caremma (la quaresima) all'inizio della Quaresima, un
tempo, si sistemava sul terrazzo delle abitazioni salentine un
fantoccio di paglia raffigurante la vecchia Caremma (contrazione
dialettale da Quaremma e Quaresima). Il fantoccio era abbigliato con
abiti neri e aveva nelle mani cunùcchia e filo (conocchia e filo).
Intorno al braccio o alla vita, a seconda delle zone, aveva appesi,
sette tarallini o sette piume che indicavano il numero di settimane
che mancavano alla Pasqua. Di questi, tarallini o piume, se ne
toglieva uno per settimana sino al Sabato Santo, giorno in cui la
stessa Caremma veniva o strappata o data alle fiamme durante il suono
delle campane che annuciavano la Risurrezione di Gesù Cristo.
La
Quaresima raffigurata da una persona, nasce sicuramente da riti
precristiani nei quali ogni festa per l'inizio di un ciclo annuale
coincideva con il ritorno sulla terra di esseri infernali e da ciò
possiamo affermare che nell'antichità la Caremma fu un personaggio
vivo sostituito in seguito dal pupazzo. L'usanza della Caremma, fino
a pochi anni fa scomparsa del tutto, si sta oggigiorno rispolverando
ed è sempre più frequente, sui balconi salentini, la visione di
questa piccola vecchietta che pur nata, come detto prima, da credenze
popolari legate agli inferi, oggi ispira tanta tanta tenerezza”.
(da, letterealdirettore.it/forum/testo/topic/7506-1).
“mmàna,
cc’ete
brutta ddhra vecchia ca sta su ddhra làmia, ci ete?:#
mamma,
quanto è brutta quella vecchia che si trova su quel
terrazzo,
chi è?” “Forse è Cloto - risponde la mamma - una delle tre parche degli antichi
Greci ed è quella che filando la lana stabilisce il destino degli
uomini. Vedi ha in mano il filo e la conocchia e
quando il filo viene
tagliato è segnata
la morte di una persona.
Oppure - continua la mamma -
è una vecchietta che ci vuole indicare che siamo entrati in periodo
di quaresima e dobbiamo iniziare a privarci delle cose che ci
piacciono molto e fare penitenza. Vedi quelle sette penne di gallo
che sono infilate in quell’arancia? Di queste ne viene tolta una le
settimana, fintanto non si arriva alla Domenica delle Palme quando si
toglie l’ultima penna, e poi quella vecchietta se ne andrà
via” (la mamma non dice al figliolo per non turbarlo che sarà
bruciata).
Nella
risposta della mamma non è stata usata la forma dialettale,
considerata la lunga risposta.
“Sui
balconi e terrazze di molti paesi del Salento viene esposta la
Quaremma
o
Caremma
termine di
derivazione francese, probabilmente dato dai soldati francesi durante
la loro presenza nel Salento nel XIV secolo (dal francese Careme,
tradotto in Quaresima). Fantoccio tipico del costume popolare
salentino simbolo dell’inizio della Quaresima e la fine del
Carnevale, raffigurante una vecchia brutta e magra, tutta vestita di
nero in segno di lutto per la morte del Carnevale, nella mano destra
un filo di lana con un fuso, simboli della laboriosità e del tempo
che scorre e nella sinistra una arancia amara (marangia) con dentro
infilate sette penne di gallina per quante sono le domeniche mancanti
dalla Quaresima alla Pasqua... Alla fine del periodo, ormai esaurito
il filo da tessere, con l'arancia amara (marangia) secca e le penne
esaurite, la caremma viene rimossa dal terrazzo e appesa ad un filo
su un palo, quando il suono delle campane annuncia la Resurrezione,
viene bruciata con scoppi di mortaretti tra l'allegria di tutti e con
il fuoco inizia il periodo della purificazione e della salvezza. La
tradizione alimentare, del periodo Quaresimale è caratterizzato da
grande moderazione, difatti vengono eliminiti dalle tavole la carne,
le uova e i formaggi. Tali privazioni terminano durante la Settimana
Santa e si preparano i dolci tipici pasquali, tra questi la
"cuddhrùra",
dolce di forma circolare, con dentro uova sode col guscio, regalate
dalle ragazze ai fidanzati nel giorno della Resurrezione.” (Da,
olimia.it).
Il fantoccio è opera di Fabrizio Casto da Alliste (Le)
Foto del 1.2.16
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