mercoledì 10 febbraio 2016

CAREMMA. Dal "Dizionario etimologico dei termini dialettali salentini con profili di storia e cultura popolare"


Dal “Dizionario etimologico dei termini dialettali salentini con profili si storia e cultura popolare” II Edizione
Carèmma: quaresima. Latino ecclesiastico quadragesima. Il termine quaresima deriva dall'aggettivo latino quadragesimus, quarantesimo (quarantesimo giorno prima della Pasqua).
Il termine dialettale 'caremma' deriva dal Francese carème, il quale a sua volta prende la derivazione dal latino quadragesimus.  
 Pupazzo di donna vecchia esposto sul tetto nel periodo di fine carnevale con l’inizio della quaresima che coincide con la giornata delle 'ceneri'. –– “a caremma (la quaresima) all'inizio della Quaresima, un tempo, si sistemava sul terrazzo delle abitazioni salentine un fantoccio di paglia raffigurante la vecchia Caremma (contrazione dialettale da Quaremma e Quaresima). Il fantoccio era abbigliato con abiti neri e aveva nelle mani cunùcchia e filo (conocchia e filo). Intorno al braccio o alla vita, a seconda delle zone, aveva appesi, sette tarallini o sette piume che indicavano il numero di settimane che mancavano alla Pasqua. Di questi, tarallini o piume, se ne toglieva uno per settimana sino al Sabato Santo, giorno in cui la stessa Caremma veniva o strappata o data alle fiamme durante il suono delle campane che annuciavano la Risurrezione di Gesù Cristo. La Quaresima raffigurata da una persona, nasce sicuramente da riti precristiani nei quali ogni festa per l'inizio di un ciclo annuale coincideva con il ritorno sulla terra di esseri infernali e da ciò possiamo affermare che nell'antichità la Caremma fu un personaggio vivo sostituito in seguito dal pupazzo. L'usanza della Caremma, fino a pochi anni fa scomparsa del tutto, si sta oggigiorno rispolverando ed è sempre più frequente, sui balconi salentini, la visione di questa piccola vecchietta che pur nata, come detto prima, da credenze popolari legate agli inferi, oggi ispira tanta tanta tenerezza”. (da, letterealdirettore.it/forum/testo/topic/7506-1).
mmàna, cc’ete brutta ddhra vecchia ca sta su ddhra làmia, ci ete?:# mamma, quanto è brutta quella vecchia che si trova su quel terrazzo, chi è?” “Forse è Cloto - risponde la mamma -  una delle tre parche degli antichi Greci ed è quella che filando la lana stabilisce il destino degli uomini. Vedi ha in mano il filo e la conocchia e quando il filo viene tagliato è segnata la morte di una persona.
Oppure - continua la mamma -  è una vecchietta che ci vuole indicare che siamo entrati in periodo di quaresima e dobbiamo iniziare a privarci delle cose che ci piacciono molto e fare penitenza. Vedi quelle sette penne di gallo che sono infilate in quell’arancia? Di queste ne viene tolta una le settimana, fintanto non si arriva alla Domenica delle Palme quando si toglie l’ultima penna, e poi quella vecchietta se ne andrà via” (la mamma non dice al figliolo per non turbarlo che sarà bruciata).
Nella risposta della mamma non è stata usata la forma dialettale, considerata la lunga risposta.
Sui balconi e terrazze di molti paesi del Salento viene esposta la Quaremma o Caremma termine di derivazione francese, probabilmente dato dai soldati francesi durante la loro presenza nel Salento nel XIV secolo (dal francese Careme, tradotto in Quaresima). Fantoccio tipico del costume popolare salentino simbolo dell’inizio della Quaresima e la fine del Carnevale, raffigurante una vecchia brutta e magra, tutta vestita di nero in segno di lutto per la morte del Carnevale, nella mano destra un filo di lana con un fuso, simboli della laboriosità e del tempo che scorre e nella sinistra una arancia amara (marangia) con dentro infilate sette penne di gallina per quante sono le domeniche mancanti dalla Quaresima alla Pasqua... Alla fine del periodo, ormai esaurito il filo da tessere, con l'arancia amara (marangia) secca e le penne esaurite, la caremma viene rimossa dal terrazzo e appesa ad un filo su un palo, quando il suono delle campane annuncia la Resurrezione, viene bruciata con scoppi di mortaretti tra l'allegria di tutti e con il fuoco inizia il periodo della purificazione e della salvezza. La tradizione alimentare, del periodo Quaresimale è caratterizzato da grande moderazione, difatti vengono eliminiti dalle tavole la carne, le uova e i formaggi. Tali privazioni terminano durante la Settimana Santa e si preparano i dolci tipici pasquali, tra questi la "cuddhrùra", dolce di forma circolare, con dentro uova sode col guscio, regalate dalle ragazze ai fidanzati nel giorno della Resurrezione.” (Da, olimia.it).
Il fantoccio è opera di Fabrizio Casto da Alliste (Le)
Foto del 1.2.16