martedì 8 marzo 2016

Dal Dizionario Etimologico dei Termini Dialettali Salentini

Cannilòra (o ulùzzu): asfodelo, pianta selvatica. Asphodelus L., 1753 è un genere di piante della famiglia Liliaceae che comprende diverse specie erbacee, note genericamente con il nome volgare di asfodelo. Gr. Άσφόδελος (asfòdelos) col pref. privativo α, σποδός (spodòs) cenere e έλος los) palude, cioè palude non ridotta in cenere. Lat. tardo festum candelarum, festa delle candele, deriv. da candesco... ere, imbianchire, diventare bianco. Il rapporto asfodelo - cannilòra probabilmente è dovuto all'aspetto della pianta in rapporto con la candela.

"Gli organi sotterranei degli asfodeli (bulbo-tuberi), infatti, sopravvivono al passaggio del fuoco. Il 2 febbraio la Chiesa cattolica celebra la presentazione al Tempio di Gesù, popolarmente chiamata festa della Candelora, perché in questo giorno si benedicono le candele, simbolo di Cristo "luce per illuminare le genti", come il bambino Gesù venne chiamato dal vecchio Simeone al momento della presentazione al Tempio di Gerusalemme, che era prescritta dalla Legge giudaica per i primogeniti maschi".(da wikipedia l’enciclopedia libera). –– Detto: alla cannilora tu nvernu simu fora. –– Pasca bbefania tutte e feste porta via, se ngira santu Pati “ e mie pe cci me lassàti?” rispuse a cannilora: “nci su jeu ncora” poi se ngira l'Acateddhra “nci su puru jeu ca su a cchiù bbeddhra!”:# La befana chiude tutte le feste, si volta santo Ippazio ( 19 gennaio) “ e me perché mi lasciate?” rispose la Candelora (2 febbraio) “ci sono ancora io” infine si volta l’Agatina ( Sant’Agata 6 febbraio) “ ci sono anch’io che sono la più bella”.
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