martedì 5 aprile 2016

ETIMOLOGIA E FILOSOFIA A CONFRONTO

ETIMOLOGIA E FILOSOFIA A CONFRONTO
Come può nascere una parola e quale può essere la sua evoluzione nel tempo
Così, per caso, ho preso in esame il termine dialettale 'Şciù', giogo, attrezzo usato per tenere due animali (buoi in particolare) uniti per la trazione. La cediglia sotto la s di 'şciù' sta ad indicare un suono debole e non sibilante della lettera s. Consultando il dizionario di Lorenzo Rocci trovo ζυγόν (zygòn) giogo, ciò che unisce due cose, la cosa accoppiata. Per quanto riguarda però la struttura della parola c'è qualcuno che non è d'accordo. Platone (sec. IV a.c.) nel suo libro Κρατύλος (cratylos) Cratilo, là dove parla del linguaggio dice che il termine ζυγόν non chiarisce il senso della parola, cioè non spiega il concetto del termine nella sua fattispecie ribadendo invece l' esattezza del termine δυογόν (dyogòn) in quanto comprensivo di δύο (due) e αγωγή (agoghè) trasporto, i quali danno il risultato di un'azione palesemente comprensibile. Una coppia che trasporta tenuta insieme da un meccanismo (il giogo). Perché allora δυογόν è diventato ζυγόν? Analizzando il termine si nota subito la variazione nella prima parte di δυο in ζυ. Quale la considerazione: 1. δυο sono tre lettere, ζυ sono due lettere; 2. la parola potrebbe essere stata interpretata e/o udita come ζυ. I numeri 1 e 2 non sono casuali ma hanno carattere comune fra le popolazioni.
Vi racconto un fatto. Negli anni '60, frequentavo le scuole superiori, rimpatriò nel mio paese dagli U.S.A. un anziano emigrante il quale tornava nella sua terra per trascorrere gli ultimi anni della sua vita; il suo nome era Michele, ma fu subito denominato 'u mmericanu'. Spesso noi adolescenti ascoltavamo i suoi discorsi sulla vita passata in America e quando pronunciava qualche parola in Inglese aveva una dicitura tutta particolare. Ricordo in particolare il nome del presidente Roosvelt che egli pronunciava Roseverde. Io che conoscevo un pò di Inglese per averlo studiato a scuola mi mettevo a ridere, però ora mi chiedo: perché si esprimeva così? Ai suoi orecchi arrivava questo suono? Lo aveva ascoltato così da un altro italiano suo pari o forse lo accomunava a qualche parola di sua conoscenza? Non ricordo se era totalmente analfabeta o semianalfabeta, comunque entrambe le condizioni erano necessariamente preposte a variazioni di inquinamento dei termini: Roseverde, Broccolino (Brooklyn) e quant'altro. Platone sposta in seguito, per così dire, l'obiettivo, prettamente più filosofico, verso termini come δεόν (deòn), doveroso, αγαϑός (agatòs) il buono, ma tutto ciò esula dai nostri parametri.
Torniamo al nostro 'şciù', Latino iugum, Greco ζυγόν, Sanscrito yogàm. Il salentino 'şciù', contemplando le popolazioni latine e greche ha un'origine latina o greca? La prima considerazione che viene in mente è che facendo il Salento parte della Magna Grecia abbia originariamente avuto più pertinenza con il popolo greco.
Prendendo dunque in considerazione ζυγόν e δυογόν e considerando ζυγόν come derivazione di δυογόν parola composta da ζυ, variazione di δυο e γόν variazione di αγωγή, ne viene che sopprimendo la seconda parte del termine γόν resterebbe ζυ (lettura ziù) che con la variante della lettera z in sc + u avremmo scu, con la lettura della iupsilon greca che nel suono fa entrare la vocale i. ζυ per altro nulla toglierebbe al senso in quanto già lo si conosceva quando era nella sua interezza divenendo semplicemente un accorciativo, nella stessa maniera che da fratello sopprimendo 'tello' rimane 'fra'. In conclusione 'şciù' potrebbe essere una variante del greco ζυγόν secondo quanto sopra esposto.


immagine presa dal sito "fondazioneterradotranto.it"